Una città con un destino negativo che sembra inevitabilmente segnato. Si evoca Varsavia ed ecco che non ci sono quasi mai eventi lieti che ci sovvengono: ghetto di Varsavia, distruzione di Varsavia, ordine regna a Varsavia, patto di Varsavia, ecc.. Insomma, ci sentiamo tutti moralmente a Varsavia.

venerdì 3 luglio 2009

Il premier rimane ottimista sul difficile periodo economico

Sensazionale: segnali di presa d'atto verso la realtà effettiva e non virtuale del Paese da parte del Capo del Gran Consiglio... dei Ministri !
...bisogna restare ottimisti, la situazione non sta peggiorando ma sta migliorando. Cercheremo di vedere la dura realtà dei conti e della crisi, sperando in un futuro migliore.

Poiché non siamo superstiziosi intanto cerchiamo di costruircelo da noi il futuro, con quegli strumenti politici che abbiamo a disposizione ma che da tempo sono stati riposti in soffitta a fare ragnatele: il buon senso e la giustizia sociale.

Gli imprenditori - ha continuato il Capo - devono convincere gli editori ad essere fattori di fiducia e non di paura, perché non c’è alternativa alla battaglia contro la paura. Se ci fossero altre indicazioni per uscire da questa crisi - ha concluso - siamo qui ad ascoltare.

Proviamo noi da Radio Varsavia a fornirgli un breve prontuario :
1) la crisi internazionale non è tanto economica, quanto piuttosto del sistema pseudo-liberista da far west di Bush ed ex-soci crollato sotto il peso degli scandali e dei fallimenti. Concorriamo quindi con convinzione a rifomare strutturalmente il sistema socio-economico seguendo le nuove linee indicate dal Presidente Obama: controlli pubblici nei settori nevralgici dell'economia, ecologia che affranca dagli idrocarburi con relative speculazioni, solidarietà sociale per la diminuzione della criminalità, pace e cooperazione mondiale;
2) la dura realtà dei conti nazionali ce l'hanno invece indicata da poco i magistrati contabili: a fronte del deficit di bilancio, registriamo annualmente 100 mld di evasione fiscale e 60 mld di corruzione in Italia. Se intervenissimo prioritariamente su questi fronti sarebbe così tanto doloroso? forse gli "amici" si offenderebbero?
3) che senso hanno gli incentivi alle imprese se i beni e servizi offerti poi non li compra nessuno? sarebbe invece più logico fare ripartire il mercato, e quindi accrescere la produzione, con gli incentivi al consumo e col recupero del potere d'acquisto del ceto medio (salari, stipendi e pensioni). Solo così si incrementerebbe sensibilmente la fiducia nel futuro da parte dei più;
4) ridurre alle imprese la pressione fiscale (- 10% negli ultimi 9 anni) potrebbe essere anche utile, ma solo se nel contempo si inaspriscono le sanzioni , con certezza della pena detentiva, per l'evasione e si intensificano i controlli e le verifiche tributarie;
5) la sicurezza (sanità, pensioni di invalidità, sussidi, ammortizzatori sociali , ecc.) va spalmata equitativamente su tutti i cittadini in base al reddito posseduto e non solo sul sistema pensionistico dei lavoratori, peraltro già ampiamente saccheggiato ed oggetto di appetiti vari...
6) se i ricchi (contribuenti o meno) si sono avvantaggiati in questi ultimi tempi grazie a politiche pseudo-liberiste, perché non far pagare loro solo una tantum un contributo sul patrimonio posseduto (spesso improduttivo) sulla parte eccedente un milione di euro? potrebbe servire per investimenti infrastrutturali, magari al Sud, che tanta richezza producono nel medio-lungo termine;
7) tagliare i costi della politica, irragionevolmente fuori controllo, su cui tutti sono d'accordo ma mai nessun partito si è reso parte diligente;
8)per il contenimento della spesa, mettere i paletti alle retribuzioni pubbliche, con un parametro di 5 volte massimo la retribuzione media di un operaio. Quindi, se il salario mensile è di 1.000 euro, nessun boiardo, manager o scienziato pubblico che sia dovrebbe quadagnare più di 5.000 euro al mese; se vogliamo dare aumenti ai "prominenti", che prima si incrementi il salario del dipendente !
9) calmierare stipendi di manager privati, tassando i loro redditi e prebende varie con aliquote molto più feroci di quelli dei loro dipendenti, ovvero i generosi compensi ad artisti e sportivi di successo, nonché di banchieri, finanzieri e petrolieri vari che tanto ricevono dalla collettività monopolizzata;
10) investire massicciamente sulla cultura , Scuola ed Università pubbliche, sulla ricerca e sull'innovazione per essere competitivi ed infine contenere al massimo il ricorso al precariato nel lavoro per migliorare le prospettive future.


Chi ha orecchi per intendere , intenda ! chi ha voce per parlare, parli chiaro ! ora che qualcuno finalmente ci chiede come fare ad uscire dalla crisi....
Saremo ascoltati ? Noi da Radio Varsavia intanto ci proviamo.

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